Le donne nel cinema: nel 2024 si può parlare di un’uguaglianza conquistata? C’è una ancora lunga strada da percorrere – come in tutti gli altri settori della società – per raggiungere la piena parità e il rispetto. Aspettando con impazienza che questi passi siano compiuti, un esiguo compito che ciascuno può assegnarsi, da spettatore, è di andare alla ricerca delle figure femminili che per molto tempo e con troppa facilità sono state messe fuori fuoco o in secondo piano rispetto ai propri colleghi.
Tra queste, Elvira Notari (Salerno, 1875 – Cava De’ Tirreni, 1946), regista cinematografica, occupa un posto di primaria importanza. Prima autrice in Italia, è una delle pioniere nella storia del cinema mondiale con una produzione che, tra il 1906 e il 1929, conta oltre 60 titoli di lungometraggi e centinaia tra cortometraggi e documentari, tutti usciti dalla sua casa di produzione, la Dora Film.
Per approfondire la biografia e avere un ritratto più accurato di Notari, il Laceno d’Oro vi suggerisce di sintonizzarvi su Rai Storia venerdì 4 Ottobre alle 21.10 ( in replica nei giorni seguenti e disponibile su Raiplay) per seguire una puntata a lei dedicata della docu-serie “Donne di Campania” – da un’idea produttiva di Giovanni Minoli, con il coordinamento editoriale di Michele Imperio, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele, con Lorenzo Taboga ed Elisa Battisti e la partecipazione di Iaia Forte. Tra i contributi scientifici, la docu-serie si avvale per questo episodio della collaborazione di Paolo Speranza, già direttore della rivista Cinemasud e della collana editoriale Quaderni di Cinemasud. Allo storico del cinema il compito di testimoniare la cooperazione, tesa a realizzare nell’ultimo decennio, un lavoro sull’opera di Elvira Notari.
Il Laceno d’Oro ha contribuito, tra i primi, alla riscoperta in epoca recente della regista, producendo un progetto curato da Licio Esposito (“La film di Elvira”, 2014), con una rassegna dei suoi film sonorizzati dal vivo e una mostra multimediale, in collaborazione con la Cactus Film – impegnata al recupero di materiali filmati, documenti, testimonianze – e Quaderni di Cinemasud. Da questa sinergia si sono realizzati un libro curato da Paolo Speranza e un documentario di Licio Esposito, coinvolgendo studiosi, attori e maestranze tutte campane.
Un grande lavoro di collaborazione e sostegno tra realtà importanti del territorio campano e non solo, diretto alla riscoperta di una regista fin troppo dimenticata. Una cooperazione, in scia di un’uguaglianza, che anche il cinema può creare.