tutti i vincitori del 48esimo Laceno d’Oro

i vincitori e le motivazioni della giuria

Lungometraggi e Documentari – Laceno d’oro awards

ZINZINDURRUNKARRATZ di Oskar Alegria

È un ritorno alla fantasmagoria dell’origine del cinema. Una visione affascinante, originale e commovente, ricamata con gli strumenti più semplici e rudimentali. Un viaggio epico, pieno di ironia e tenerezza, il premio per il miglior film, Laceno d’oro 2023 va a “Zinzindurrunkarratz” di Oskar Alegria.

FACING DARKNESS di Jean-Gabriel Périot

Un film che ci ricorda quanto è inesauribile un archivio e urgente la testimonianza diretta di coloro i quali l’hanno creato per sopravvivere all’orrore. Per il suo modo diretto, semplice e senza compiacimenti di fare riecheggiare nel presente le immagini del trauma dell’assedio di Sarajevo e per renderle universali. A monito per il nostro futuro. Il premio per il miglior documentario va a “Facing Darkness” di Jean-Gabriel Périot.

Cortometraggi – “Gli occhi sulla città”

THE SECRET GARDEN di Nour Ouayd

Per l’abilità nel raccontare ciò che sfugge alla nostra ordinaria attenzione, e per la capacità di trasformare una città in un luogo incantato, dove l’invisibile diventa visibile e l’inascoltato trova una voce. Il premio per il Miglior Cortometraggio va a “The Secret Garden” di Nour Ouayda.

AQUERONTE di Manuel Muñoz Rivas

Con un raffinato senso della messa in scena, il film costruisce uno spazio di incontro dove le vite dei singoli creano una comunità temporanea, traghettando lo spettatore in un viaggio sospeso nel tempo e nello spazio. Una dimensione che solo il cinema riesce a inventare. Una menzione speciale va a “Aqueronte” di Manuel Muñoz Rivas.

spazio campania

SUMMER WITHIN di SUMMER MINERVA, ADAM GOLUB

Il film ha il suo miglior pregio nel linguaggio composito, fra il digitale documentaristico e l’analogico della memoria, del sogno, della speranza, che genera nello spettatore un fecondo disorientamento che trova il suo compimento nel poetico finale.

SOGNANDO VENEZIA di ELISABETTA GIANNINI

Applicando alla forma gli stilemi tipici della comunicazione degli influencer, “Sognando Venezia” rappresenta un divertito ammonimento sulla deriva narcisista e autocelebrativa delle giovanissime generazioni e si congeda dallo spettatore con un inquietante senso di vuoto.

supercinema & red couch pictures awards

NEIGHBOUR ABDI di Douwe Dijkstra

Opera interessante per come la scena sia dominata visivamente dai props e dagli effetti sul green screen. Una scena sulla quale avvengono continui ribaltamenti tra il racconto cinematografico e la realtà. Apprezzabile lo sforzo per fare in modo che il racconto vero e proprio fonda e tenga coerentemente unito il piano contenutistico e quello stilistico, il prodotto finale (che non vedremo mai) e il suo “making of”.

SUMMMER WITHIN di Summer Minerva, Adam Golub

Per la sensibilità di un racconto che parte dal passato per affermarsi nel quì e ora. Alla ricerca delle proprie origini e di un luogo da chiamare finalmente casa. Una storia personale destinata a diventare universale che cerca di abbattere il confine in cui ognuno rischia di sentirsi limitato.